Chi son

Vado a trovare l’amico e grande giocatore Roberto Bettega a casa sua.

Abita in un palazzo imponente, fine ottocento  con una dependance razionalista, in centro a poche centinaia di metri dalla stazione‎.

La casa e’ bella, splendide opera d’arte, forse un po’ troppo albertina,ma siamo nel posto giusto con una luce da piccolo mondo antico.  Roberto veste un elegante casual ‎che fa risaltare la sua classe nel movimento (e nel piede, ma era un grande colpitore di testa).Sembra un personaggio da Giardino dei Finzi Contini. Mantiene l’esilita’ di un giovane universitario piemontese che balla il jazz in un clima anteguerra a Torino. La sala illuminata da abatjour e lampade liberty.

M’impedisce di chiamare un taxi e mi accompagna alla stazione. M’impedisce di portare la valigia e copriamo quasi un chilometro a piedi a tempo record. I torinesi ci guardano, chi e’ quell’uomo con Bettega che gli porta la valigia?

Per I lazzi del destino sono piu’ basso di Maradona e sono certo che I torinesi si chiedano se sono un ex straniero,  un compagno di Sivori, di Altafini..

E’ una crisi identitaria che mi mette a mio agio..chi son?  il momento di gioia si prolunga  ieri sera a Milano in taxi.

Da piu’ di un anno indosso sempre il cappello e questo sembra colpire l’immaginario italiano

– scusi lei e’ un attore?

– no

– mi scusi, adesso ricordo, l’avevo caricata l’altra sera e le avevo fatto la stessa domanda

Non avevo mai visto il tassista prima d’allora.

Chi son?

Sono il direttore della camera quella di commercio e da letto (ah!)

Chi son?

Sono un poeta!

Che cosa faccio? Scrivo

E come vivo? Vivo

Lascio il taxi ed incontro Sandro Martini al ristorante

I camerieri lo chiamano maestro

Il padrone viene da me e dice che e’ onorato di conoscermi

Potenza del cappello!

Sono Proteo, lo Zelig di Toronto, posso essere tutto, calciatore, attore, artista‎.

Di poverta’ mia lieta ‎scialo da gran signore, rime ed inni d’amore, per sogni, per chimere e per castelli in aria, l’anima ho milionaria..

A Milano c’e’ la settimana della moda, e’ bello sapere che la gente si chieda chi io sia, ma basta svoltare l’angolo ed a Brera dove il canadese James Bradburne dirige la Pinacoteca mi reco con l’amico Vittorio a vedere la nuova collocazione del Cristo del Mantegna vicino a due altre deposizioni.

Lui a quanto pare vuole far vedere, conoscere, penetrare l’opera d’arte ed odia il circo Barnum come l’Ago. gli impressionisti omogeinizzati. Fast art per famelici cannibali ‎di collezioni.

– maramaldo tu uccidi un uomo morto‎!

Brera contro l’Ago!

Mi bloccano il taxi, decine di fotografi invadono Brera che pullula di modelle e modelli, che belli! Stanno cosi’ bene nella Milano palestrata, la Milano immuscolita da estrogeno Expo. Ancora non si sa il buco che ha lasciato.

Ma la citta’ e’ contenta e I tassisti sono sempre scontenti perche’ sono mancati attori.

Che bella questa Milano verticale! La citta’ che sale!

Troppo alta per chi ha il buco del culo vicino al cuore .

Settembre 2016

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